Huawei continua a subire pesantemente le conseguenze negative derivanti dal ban dell'amministrazione Trump prima e Biden poi che le consente di fare affari con le aziende statunitensi solo previa concessione a quest'ultime di un'apposita licenza. Eppure per il produttore cinese il mercato smartphone continua ad offrire importanti opportunità di guadagno, non sorprende quindi che l'Azienda stia cercando strade alternative per superare le restrizioni. No, il riferimento in questo caso non va ad HarmonyOS, ma alla possibile decisione di Huawei di cedere in licenza le risorse relative alla progettazione dei suoi smartphone a terzi, non soggetti alle limitazioni derivanti dal ban USA.
A riportate la notizia - non confermata ufficialmente - è Bloomberg. Secondo la fonte, il colosso cinese sta valutando se concedere licenze a Xnova, divisione di China Postal and Telecommunications Appliances Co.(PTAC), che è un'azienda di stato cinese operante nel settore degli smartphone. Xnova in realtà sta già vendendo smartphone Huawei Nova sul suo sito di e-commerce, ma se l'accordo dovesse andare in porto, potrebbe proporre smartphone a proprio marchio realizzati usando i progetti di Huawei. Anche TD Tech - produttore cinese di apparecchiature per telecomunicazioni - potrebbe essere della partita acquistando i diritti per proporre smartphone con un proprio marchio, ma sempre basati sul know-how di Huawei.
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I vantaggi dell'operazione sono intuibili: Huawei al momento non può comprare componenti essenziali per produrre i suoi smartphone, ma potrebbe continuare a guadagnare tramite le licenze; le aziende licenziatarie dal canto loro non andrebbero incontro alle stesse limitazioni di Huawei: potrebbero quindi acquistare in prima persona i componenti da fornitori come TSMC. Naturalmente per valutare quanto sia redditizia questa soluzione sarebbe utile conoscere i termini esatti degli accordi di licenza, ma per ora non sono trapelati dettagli significativi: Blooomberg si limita a dire che le collaborazioni tra Huawei e i sopraccitati partner sono soggette a modifica perché tuttora in corso.
Le prime stime sui risultati dell'operazione parlano di un totale di 30 milioni di smartphone che potrebbero essere così venduti nel 2022, una cifra comprendente sia quelli prodotti direttamente da Huawei, sia quelli realizzati da terze parti su licenza. Al momento nessuna delle parti chiamate in causa ha confermato il report di Bloomberg; Huawei ha però dimostrato vendendo Honor che il muro contro muro con gli Stati Uniti è una strategia che non paga. Per sopravvivere si può essere costretti ad arretrare, e la concessione delle licenze potrebbe risultare un valido modo per applicare il principio. Che qualche cambio di passo sia necessario per evitare che tutte le risorse accumulate da Huawei nel settore smartphone si disperdano lo suggeriscono le analisi di mercato che testimoniano come l'azienda cinese occupi posizioni sempre più marginali. Secondo gli ultimi dati di Counterpoint Research, nel terzo trimestre 2021 Huawei ha registrato una contrazione delle spedizioni su base annua pari all'84%.
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