Recensione Huawei Mate 30 Pro: dalle app alle prestazioni

Volta: 05/Apr Di: kenglenn 610 Visualizzazioni

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La massima espressione delle potenzialità hardware di Huawei è espressa egregiamente dal Mate 30 Pro. Fotocamera superlativa, processore brillante e display di pregio sono gli elementi fondanti di uno smartphone capace solo di regalare soddisfazioni. A patto che si curi in modo attento la configurazione iniziale di Android e degli indispensabili strumenti aggiuntivi. Sì, perché Mate 30 Pro, come ben noto, è privo dei Google Services: non che ciò penalizzi o limiti in alcun modo la potenza dell’hardware, semmai è necessario adottare alcuni accorgimenti iniziali perché si abbia il grado di soddisfazione che merita questo smartphone.

Prima di addentrarci in questi meandri, è bene precisare un fatto sostanziale: non solo i servizi di Google si possono aggiungere ma si può anche accedere a un mondo di app store alternativi che non fanno rimpiangere quello di Big G. Il Mate 30 Pro è dotato, per dovere di cronaca, di Android in versione open source, quindi compatibile con tutte le app semplicemente privo della piattaforma che sostiene l’accesso alle Google Apps. Questo significa che, come vedremo, bisogna usare applicazioni alternative. Ma fotocamera, processore e hardware sono gestiti al 100% del loro potenziale perché l’app di imaging è sviluppata da Huawei in collaborazione con Leica e offre il medesimo livello di qualità e funzionamento dei precedenti modelli del brand, con in più un comparto di fotocamere nettamente superiore a qualsiasi altro smartphone in commercio.

  • La procedura è piuttosto rapida. Alla prima accensione del Mate 30 Pro bisogna scegliere di importare i dati da un altro dispositivo, quello vecchio. Su quest’ultimo bisogna invece installare Phone Clone. A questo punto la configurazione è intuitiva: il vecchio telefono invia i dati; il nuovo Mate 30 Pro li riceve. Impostando le modalità rispettivamente in questo modo, sul display del Mate 30 Pro si ottiene una lista di applicazioni, foto, video, messaggi, contatti e dati personali da trasferire: scegliete tutte le voci dall’elenco (salvo esigenza differente) e avviate l’operazione. Phone Clone perfeziona il passaggio sfruttando la rapida connettività Wi-Fi.

    Al termine del procedimento, non più di una ventina di minuti nel complesso, il Mate 30 Pro è diventato un clone perfetto del vecchio smartphone. Con una precisazione: sono passati Whatsapp, Facebook e qualsiasi altra app a eccezione di quelle di Google, che necessitano del framework di Big G.

  • Speculare la procedura per installare Appstore: è sufficiente aprire la pagina https://www.amazon.it/appstore e digitare l’indirizzo mail registrato sul Mate 30 Pro. Si riceve il link per scaricare il pacchetto Apk che contiene lo store, peraltro molto rifornito di applicazioni.

  • Entrambi gli store meritano di trovare posto sul Mate 30 Pro. Aptoide perché consente di scaricare tutte le app più diffuse e di tenerle aggiornate senza rimpiangere la soluzione di Google. Quello di Amazon perché è ricco di alternative e di applicazioni originali che compensano la mancanza delle app di Big G. Il combinato disposto dato da questi tre store (Huawei AppGallery, Aptoide e Amazon) permette di utilizzare al 100% le doti software del Mate 30 Pro; non sono le uniche soluzioni ma abbiamo scelto di suggerirvi quelle più affidabili e collaudate. Esistono altri store online: un consiglio aureo è di installare quanto prima un antivirus, per evitare di incappare in software poco affidabili. Fate sempre attenzione all’origine e a ciò che installate, sia esso su Mate 30 Pro o su qualsiasi altro smartphone con Android.

    Kit essenziale per il Mate 30 Pro

    Per sincronizzare i contatti con Google: https://google-contacts-sync.it.aptoide.com/

    Per sincronizzare le foto con Google: https://foto-google.it.aptoide.com/

    Backup e cloud storage: https://all-cloud-storage.it.aptoide.com/

    Mappe: https://waze-gps-maps-traffic-alerts-sat-nav.it.aptoide.com/ e https://maps-me.it.aptoide.com/

    Terzo passaggio: installare il framework di Google

    Se proprio non resistete alla tentazione di avere i servizi di Google, le procedure da seguire sono quelle che vi suggeriamo in queste pagine: come ottenere i servizi di Google con il tutorial di Xda; come installare la piattaforma di Google; come avere i Gms sul Mate 30 Pro dal blog tedesco di Huawei.

    Queste procedure prevedono un intervento a “basso livello” sul sistema operativo, aggiungendo componenti e andando a manovrare su alcune risorse piuttosto delicate. Procedete se e solo se siete sicuri e convinti di voler modificare Android in modo così importante. I suggerimenti che vi abbiamo dato qui sopra sono sufficienti per qualunque esigenza. Posto che già il Mate 30 Pro di per sé è abbastanza completo ma, è ben noto, le abitudini sono ben lungi dal modificarsi da un giorno all’altro. Scegliete di installare il framework di Android qualora proprio non potete farne a meno.

    L’esperienza di utilizzo del Mate 30 Pro

    Abbiamo utilizzato il Mate 30 Pro per circa tre settimane con una versione definitiva del sistema operativo e ricevendo l’aggiornamento 10.0.0.173 che ha ulteriormente migliorato le prestazioni complessive. Tolte le prime ore di adattamento e di configurazione puntuale delle funzioni e degli strumenti dello smartphone, recuperando dagli store le app integrative, il flagship di Huawei si è inserito nel flusso personale e lavorativo senza alcuna differenza rispetto agli altri modelli top di gamma. A ulteriore conferma che i servizi di Google possono essere surrogati, semplicemente prestando attenzione alle app da installare.

  • Stiamo indugiando sul lato software perché il Mate 30 Pro rasenta la perfezione, solo non bisogna farsi fuorviare nella scelta. Perché la Emui 10 propone finalmente un nuovo livello di maturità dell’interfaccia di Huawei, offrendo un ambiente graficamente più curato e vicino alla configurazione standard di Android. Significa che l’utilizzo è più appagante, le icone e i dettagli conferiscono una omogeneità migliore rispetto alle precedenti edizioni della Emui e anche il menu contestuale offre ora un comportamento allo stato dell’arte. Insomma, la Emui 10 è capace di massimizzare l’esperienza di utilizzo del Mate 30 Pro, che non delude in alcun ambito. A iniziare dal suo fondamentale punto di forza: la fotografia.

    La SuperSensing Camera del Mate 30 Pro

    Lo schema ottico del flagship di Huawei è il più elaborato e completo tra i modelli del brand cinese e rappresenta uno dei punti di riferimento sul mercato; non a caso è stato denominato SuperSensing Camera. Si consideri, inoltre, che l’impostazione generale del Mate 30 Pro, e quella fotografica in modo ancora più specifico, offrono espliciti suggerimenti sucome sarà impostata la futura gamma P40.

  • Lo schema fotografico del Mate 30 Pro è:

  • Lato software, Huawei ha provveduto a rinnovare gli algoritmi di intelligenza artificiale dell’app di gestione fotografica al fine di ottenere file Raw ancora più precisi. In particolare, la nuova release dell’applicazione ottimizza meglio il filtro Quad Bayer, che raggruppa i pixel del sensore fotografico principale in gruppi di 2×2 (risoluzione effettiva di scatto di 10 Mpixel), allo scopo di ottenere uno scatto con rumore fotografico inferiore, texture migliori e dettagli superiori.

  • Questi interventi si sommano a un superiore livello di demosaicizzazione (demosaicing) che ricostruisce in modo più preciso e fedele le informazioni di colore, riducendo artefatti e mantenendo un’elevata fedeltà rispetto allo scenario originale. Infine, la sinergia tra ToF 3D e app ingegnerizzata con Leica permette di ottenere effetti di profondità di qualità superiore rispetto alla media dei flagship in commercio, con una segmentazione migliore dei singoli layer che consente di ottenere un perimetro del soggetto più fedele e meglio stagliato sullo sfondo sfumato.

  • Lo abbiamo dunque testato con questo carico di aspettative e il Mate 30 Pro ha stupito per la qualità delle immagini che ha scattato. Una parola: strepitoso. Le foto stupiscono per esposizione precisa, “grana” e definizione degli elementi, pressoché assenza di difetti anche nei dettagli più piccoli e lontani. Se in condizioni di buona luminosità il flagship di Huawei mostra una resa impressionante, al buio e con luce scarsa il 30 Pro si esalta. Le foto sono sovraesposte e con una luce non fedele ma poco conta: la resa è spettacolare perché si visualizza uno scenario incredibile, quasi pitturato per come si può giocare a fare risaltare le luci sullo scenario scuro. In ogni situazione lo zoom è preciso, il grandangolo un plus creativo perfetto.

  • Sul fronte video, piace la stabilità e l’accurata esposizione e la mancanza di difetti visivi, anche quando si spremono al massimo le doti del Mate 30 Pro con il 4K e in condizioni estreme di luce e di utilizzo. La stabilizzazione ottica è la chiave di volta per sfruttare al massimo le doti cinematografiche del top di gamma di Huawei. In più, l’ultra slow motion a 7.680 fps permette di sperimentare riprese innovative.

  • Il Kirin 990 non delude

    Con il Mate 30 Pro siamo entrati in contatto per la prima volta con il Kirin 990. La più recente edizione del Soc di Huawei è assistita da 8 GB di Ram e 256 GB di storage. Il Kirin 990 estende ulteriormente le doti prestazionali del 980 impiegato sulla gamma P30 e sui Mate 20. Siamo entrati nei dettagli tecnici del processore in questo articolo approfondito: https://igizmo.it/huawei-tutto-su-kirin-990-emui-10-harmony-os-e-p40/

    Il tutto senza pregiudicare la durata della batteria da 4.500 mAh. Nel nostro utilizzo, intenso per motivi di lavoro, siamo arrivati sempre a fine giornata, anche con un utilizzo continuo del Gps. Finire la giornata lavorativa non è mai stato un problema e nel weekend, con uno sfruttamento meno impegnativo, si arriva a non ricaricare il telefono nella notte tra sabato e domenica.

    Il design incentrato sullo schermo

    Con il Mate 30 Pro, Huawei propone un nuovo design. A iniziare dal suggestivo elemento rotondo posteriore che incornicia i sensori fotografici per richiamare la logica della reflex, fino alla sublimazione del display che si piega ai bordi e si incardina sulla struttura in alluminio che si tocca solo sul dorso.

    Il display è uno dei punti di forza del Mate 30 Pro. Elencando in ordine di importanza i pregio dello smartphone sono: imaging in primis, processore e poi touchscreen. Il pannello da 6,53 pollici ha risoluzione di 2.400×1.176 pixel, un Full HD esteso per rispettare lo sviluppo in 18,5:9. Su uno smartphone di questo rango ci sarebbe piaciuto vedere un display 4K ma questo Oled conquista per l’ottimo punto di bianco e l’eccellente riproduzione cromatica. Il Mate 30 Pro si rivela ottimo per la parte multimediale e il gaming, tanto che rivaleggia alla pari con modelli dedicati e offre prestazioni adeguate anche agli utenti più esigenti.

  • Il display, che occupa per oltre il 94% la superficie frontale, si piega di lato perché consente di attivare le gesture per regolare il volume: doppio tap sulla superficie laterale e si attiva lo slider, comandabile dal touchscreen piegato. La qualità costruttiva è elevata. Il Mate 30 Pro stabilisce nuovi livelli per Huawei. Inoltre i due bordi sensibili del pannello non influiscono in modo negativo sull’esperienza di utilizzo, come invece spesso accade con i display dai bordi curvi. E, volendo, nelle impostazioni è possibile regolare la superficie di visualizzazione impiegando solo quella frontale e tenendo nera e disattivata quella laterale. Nei giochi, invece, la parte laterale sensibile consente di attivare grilletti virtuali quando si impugna lo smartphone in senso orizzontale.

  • Nell’insieme il Mate 30 Pro si fa notare, è comodo da usare, ha dimensioni compatte tuttavia il peso sfiora i 200 grammi per via delle soluzioni trovate. Nonostante il design, non è neppure fragile. La lastra Corning Gorilla Glass 6 che ricopre il touchscreen è garanzia di resistenza. La cover in dotazione protegge principalmente il dorso. Insomma, lo smartphone di Huawei non teme le principali sollecitazioni d’uso, compresa acqua e polvere in virtù della certificazione IP68.

    Peccato solo che manchi il jack da 3,5 mm. In compenso la porta Ubs-C accetta la ricarica veloce a 45 watt, che impiega circa tre quarti d’ora per riportare la batteria al 100%. È inoltre supportata la ricarica wireless.