Sangiovanni si racconta

Volta: 21/Jan Di: kenglenn 382 Visualizzazioni

Nel tragitto tra casa e il campo di atletica notavate le insegne dei benzinai, delle farmacie, dei supermercati? Quando uscivate con i vostri compagni di scuola, perdendo tempo a staccare la colla dal bicchiere di Estathé, ragionavate su dove eravate seduti? Vorrei chiederlo a Sangiovanni, Giovanni Pietro Damian per la carta d’identità che va oltre Spotify. Invece lui è seduto su un’auto che lo porta altrove, un altrove che da mesi è fatto di tutte le città d’Italia, mentre io lo guardo dallo schermo di un iPhone nella mia cucina.

Ho 37 anni e ho visto in tivù la festa di Sangiovanni per i suoi 18 anni, organizzata dalla fidanzata Giulia Stabile: era gennaio e loro crescevano nel pieno della carriera e dell’amore nella casa di Amici 20, edizione trionfale dove il cantante vicentino ha vinto da sempre, tutto, anche arrivando secondo. Gli chiederei se si ricorda come è fatta la sua Vicenza dopo aver vissuto mesi chiuso in un teatro romano (non solo come studio televisivo ma anche come drammaturgia del pop), glielo chiederei per sapere se le scritte di benzinai, farmacie e supermercati oggi hanno un sapore diverso, ora che torna lì a farsi fotografare come Lucio Battisti per la copertina dell’album Il nostro caro angelo, che contiene la Collina dei ciliegi: in mezzo a colline in fiore, mentre fa stage diving sorretto dagli amici di sempre, anche se quel sempre sono pochi anni che nelle proporzioni adolescenziali valgono ere.

Jim C. Nedo

«Ho una proposta sexy da farti: cresciamo insieme». Questa frase regge tutto l’impero Sangiovanni: l’ha scritta quando era minorenne, ma lascia intuire che è rivolta a tutti noi che lo ascoltiamo e lo ascolteremo. Perché se scrivi Sangiovanni il correttore automatico converte in “Sanzionavi” tempo passato, modalità di punizione anche: «Essere arrivato a tante generazioni, non solo alla mia, mi fa riflettere, ho sempre lottato per questo, non penso che debba essere la mia generazione a cambiare ma le altre ad accoglierci», dichiara con una voce calma ma squillante.

Questo è l’inizio dell’era Sangiovanni e delle classifiche impressionanti per il Justin Bieber italiano: «Nella vita devi avere degli obiettivi: se non avessi qualcosa da realizzare non saprei per che motivo vivere. Ho sempre qualcosa da raggiungere, quando ci arrivo penso già a cosa fare dopo: mi permette di crescere e divertirmi». Dischi d’argento, d’oro, platino, insomma tutte le nozze musicali, le 11 date in arrivo del Mondo Sangio Live Tour 2022 (dopo il Summer Tour appena concluso), hit liquefatte nelle orecchie di tutta Italia, Malibu, Lady, Guccy Bag e poi lei, quella Maledetta Primavera, cover mai stata così adatta per questa copertina che lo vede protagonista antico nella sua nuova Vicenza. La primavera di ieri e quella di oggi: formula vincente per Sangiovanni traducibile anche in toccare il passato, selfare il presente.

Com’è stato vivere per mesi senza un cellulare?

Sangiovanni si racconta

Se potessi comunicare solo attraverso la musica lo farei subito, vivere senza telefono mi è piaciuto tantissimo, riconosco l’importanza che ha, specie usare i social quando non ci sono i live, però un po’ vorrei farne a meno perché online ci sono troppi stereotipi quando poi la realtà è un’altra.

Qual è la prima cosa che farai sul palco del tuo primo live?

Pensavo di scendere dal cielo con una croce (ride accartocciato), non spoilerare! No dai scherzo... (Nel frattempo, c’è stato il suo esordio assoluto dal vivo con le sette date estive sold out, in attesa del tour 2022,ndr).

Come vivi la questione classifiche, streaming, sali e scendi nell’algoritmo musicale?

In realtà sono molto competitivo con me stesso e non più di tanto con gli altri. Per me è importante che in giro ci sia buona musica che fa stare bene. Sono contentissimo per i Måneskin, ciò che gli sta succedendo è enorme: sono felice se anche altri artisti possono scalare le classifiche del mondo.

Hai scritto “può darsi che vuoi ritrovarti con il mio anello al dito e una casa a Milano, all’ultimo piano tra un po’ di anni”.

Quel pezzo era un cliché sul descrivere il meglio che si possa avere. Milano è la città delle occasioni, mi trasferirò lì non tanto per la città in sé ma perché non ne posso più di fare sempre avanti e indietro. Qui a Vicenza non riesco a rivivere tanto i miei luoghi perché prima uscivo tranquillamente ora è più difficile, adesso che viaggio in altre città vedo quanto è piccola Vicenza, la provincia e come la mentalità sia differente.

Jim C. Nedo

Come racconteresti l’amore a un sessantenne?

Ho sempre pensato che l’amore non sia qualcosa che ti fa stare bene ma qualcosa che ti fa stare meglio quando stai già bene, non è mai un salvagente è un di più che ti arricchisce. A un sessantenne direi che se nella sua vita c’è qualcosa che lo fa star male l’amore non lo salverà ma se sta già bene di suo può aver qualcuno accanto che gli farà ancora meglio.

Tu e Giulia vi state facendo molto bene?

Certo, si è visto ed è così anche fuori da Amici, in questo periodo sono sempre pieno di cose, quando sto con lei riesco a trovare dei momenti di leggerezza, ridiamo, ci divertiamo e poi l’amore per una persona non è solo verso una compagna, un compagno, credo che sia anche quello verso i genitori, gli amici e lei è sia una mia amica che la mia fidanzata, a volte mi fa ancora un po’ da mamma sebbene sia piccolina, tipo quando sto male mi cura, mi aiuta, mi sistema i vestiti nelle mie infinite valigie.

Cosa le auguri di diventare?

Sicuramente di non sparire, perché quella di essere dimenticata è una sua grande paura, le auguro che non succeda mai e che possa soprattutto togliersi un po’ di insicurezze,crescere.

Se fossi il direttore artistico di un festival da inventare da zero chi chiameresti con te?

Porto Amadeus, perché ha spaccato tutti gli anni di Sanremo, da quando c’è lui mi sembra più cool. Poi chiamerei Maria, e chiamerei anche Madame perché la cosa che più stimo di lei è che tutto ciò che vive lo racconta talmente bene, mette le parole in musica in modo formidabile, questo glielo invidio parecchio. E poi vorrei con me un team di lavoro con ballerini tra cui Giulia, Sam (Samuele Barbetta, ex Amici 20 che ha coreografato i video di Madame e Mengoni, ndr), poi numeri di step up con le lucine, ancora me la sogno in un mio festival che sia vero intrattenimento. Anche per il mio tour Mondo Sangio stiamo pensando a un sacco di cose, non un live in cui canto ma uno show completo un po’ come fanno in America, tipo Travis (Scott, ndr) che vola sulle piattaforme, sarebbe figo volare ci sarebbe anche più posto per le persone.

Jim C. Nedo

Quanto è cambiata la tua scrittura prima e dopo Amici?

Ho un po’ di limiti mentali, penso boh questo lo scriverei in un altro modo e invece prima era più naturale il processo: quello che vivi lo racconti, ero già riuscito a usare le parole giuste per descrivere dei momenti, parole che ora faccio fatica a utilizzare.

Tipo?

Non c’è una parola in particolare ma prima c’erano cose che riuscivo a raccontare esattamente come le vivevo, invece ora ci sono dei momenti che vivo e che non scrivo nel modo più giusto per me. Di solito scrivo per liberarmi, prima quando scrivevo il blocco mi passava invece ora mi rimane come se non fossi mai soddisfatto di quello che scrivo.

Hai scritto Tutta la notte che a mio parere è la tua canzone più bella: dici cose che i trentenni hanno vissuto alla tua età, momenti identici a come li vive un diciottenne oggi.

L’ho scritta ad agosto del 2020 ormai…

Mio marito mi dice «hai 37 anni devi ripigliarti ascolti Sangio»?

Eh, questa cosa dei 37 anni del ripigliarti è quello che non vorrei mai sentirmi dire, la musica è per tutti.

Scrivi e interpreti delle situazioni fisiche che occupano uno spazio, gesti, odori, come ci riesci?

Questa è una cosa di cui sono molto fiero, mi piace quando le persone possono davvero ritrovarsi in quello che racconto, la musica non è solo egoismo, ovviamente per noi artisti la musica fa bene, è quello che amiamo, però è figo che poi possiamo far star bene gli altri attraverso questa cosa.

La conversazione salta, la voce di Sangiovanni anche. Ciao occhioni blu, ti avevamo perso, «no, no, ci sono», rassicura, «ero solo in una galleria». Una galleria e anche lunga, perché hai presente i chilometri tra Vicenza e Malibu?

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